PIANO STRATEGICO DEL TURISMO 2017-2022

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PST Piano Strategico del Turismo 2017-2022

PIANO STRATEGICO DEL TURISMO 2017-2022

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Si della Commissione Camera al PST Piano Strategico del Turismo 2017-2022

PST Piano Strategico del Turismo 2017-2022. Il PST Piano Strategico del Turismo 2017-2022 ha incassato il favorevole il parere della X Commissione della Camera. La Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo ha sottolineato l’apprezzamento per le finalità generali del documento che delinea lo sviluppo del settore nei prossimi sei anni al fine di rilanciare la leadership italiana sul mercato turistico mondiale. Apprezzate anche le modalità condivise del processo di elaborazione del Piano Strategico del Turismo. Il Piano è infatti frutto di un processo di partecipazione tra forze che al settore turistico possono apportare un contributo concreto. Si scommette sulla valorizzazione del brand Italia e sulla qualità dell'accoglienza. E l'enogastronomia gioca un ruolo fondamentale.

Già approvato all’unanimità dal Comitato Permanente per la promozione del turismo in seduta plenaria (14 settembre) e dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano (15 settembre), il documento, il Piano è stato presentato in Consiglio dei Ministri il 16 dicembre 2016.

Un piano partecipato e condiviso per il rilancio economico del settore
pst piano strategico del turismo 2017-2022

Il PST – nato da un ampio confronto tra Ministeri, Regioni, Anci, sindacati, associazioni di categoria, con il coordinamento della Direzione Generale del Turismo – è frutto di un processo di partecipazione e condivisione, avviato con gli Stati Generali del Turismo a Pietrarsa (ottobre 2015 e aprile 2016) e costruito anche con l’utilizzo di strumenti digitali: piattaforma on line, sito web e canali social, un metodo che dota l’Italia del turismo di una visione unitaria.

Il Piano si attuerà attraverso revisioni biennali e la predisposizione e l’attuazione di piani annuali.
In 100 pagine sono delineate le priorità per valorizzare un settore che vale 171 miliardi di euro, pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione, attraverso 13 obiettivi specifici, 52 linee di intervento, racchiuse in 4 obiettivi fondamentali:

  1. diversificare l’offerta turistica;
  2. innovare il marketing del brand Italia;
  3. accrescere la competitività;
  4. migliorare la governance del settore.

Altri punti fermi del Piano sono:

  • rivoluzione digitale;
  • adeguamento della rete infrastrutturale;
  • riduzione degli oneri burocratici e fiscali;
  • miglioramento della quantità e qualità dell’occupazione;
  • semplificazione del sistema normativo.

Particolare attenzione va alla diversificazione delle mete turistiche per indirizzare i flussi turistici verso territori ricchi di potenzialità ancora inespresse, quali le aree interne, le aree rurali, le piccole e medie città d’arte, i parchi naturali e le aree protette. Tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e culturale.

I dati del turismo italiano

I dati degli arrivi complessivi (italiani e stranieri) sul territorio nazionale sono saliti del 50% tra il 2001 e il 2015. Il 52% degli arrivi totali è di provenienza italiana, il 70% degli arrivi internazionali è di provenienza europea (Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).

Nel biennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3% degli arrivi, grazie soprattutto al movimento extraeuropeo (+5,8%) (previsioni Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).

Riguardo agli investimenti, il flusso dovrebbe crescere con una media annua dell’1,8% nei prossimi dieci anni, per attestarsi su un valore di 10,9 miliardi nel 2026 (il 3,4% del totale).

Secondo il Country Brand Index (Future brand 2014-2015), turismo e cultura si confermano, per l’Italia, quali principali fattori di attrattività e riconoscibilità.

Visione, obiettivi e linee di intervento del PST Piano Strategico del Turismo

Il Piano promuove una visione declinata in quattro macrobiettivi:

A. Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale.

  • Realizzazione, in collaborazione con le Regioni, del primo Catalogo dei prodotti e delle destinazioni italiane.
  • Progetti innovativi di formazione delle guide del patrimonio storico e culturale con gli attrattori enogastronomici.
  • Creazione di forme di percorrenza alternative (vie e cammini).
  • Potenziamento dell’attrattività del sistema dei Siti Unesco e delle città della cultura.
  • Incentivi alla fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi anche attraverso il recupero a fini di ricettività di qualità del patrimonio demaniale dismesso quali fari, case cantoniere e stazioni.
  • Trasformazione dei grandi “landmark” italiani del turismo balneare e delle grandi città d’arte in “porte di accesso” ad altri territori emergenti, dalla grande capacità attrattiva ancora non espressa.

B. Accrescere la competitività del sistema turistico.

  • Intermodalità tramite collegamento dei nodi dell’AV (le Frecce) con le destinazioni di città d’arte tramite trasporto su gomma;
  • Valorizzazione delle ferrovie storiche in percorsi turistici; 
  • Rifinanziamento del tax credit ristrutturazione per i prossimi tre anni;
  • Semplificazione e armonizzazione del sistema normativo;
  • Promozione dell’innovazione e della digitalizzazione.

C. Sviluppare un marketing efficace e innovativo. In collaborazione con Enit con il progetto “Porte d’Italia” che valorizza gli hub di ingresso al paese tramite strumenti di comunicazione, tra cui il WIFI unico nazionale. Particolare attenzione sarà dedicata alla valorizzazione dei Siti Unesco, grazie anche ad alcuni gemellaggi con i siti cinesi.

D. Realizzare una governance efficiente e partecipata per elaborare il Piano e le politiche turistiche: realizzazione di cruscotti previsionali con utilizzo di Big Data di andamento del settore, in accordo con Istat, Regioni e Enit.

Le azioni previste dal Piano si basano su tre principi trasversali, declinati in ogni ambito:

  1. sostenibilità;
  2. innovazione
  3. accessibilità.

Il soft power della ristorazione

Poco più di cento pagine per delineare le priorità di un settore che vale 171 miliardi di euro.

Anche l'enogastronomia nazionale può giocare un ruolo importante, come si specifica in merito al ruolo trainante della ristorazione di qualità: “In tale ambito la ristorazione, come interfaccia diretta del turista verso il mondo dell’enogastronomia, non solo rappresenta il valore aggiunto della destinazione ma si conferma fattore propulsivo dell’intera filiera agro-alimentare".

Ne deriva la necessità di mettere a punto una serie di azioni di comunicazione, promozione e marketing finalizzate a valorizzare le potenzialità della ristorazione come autentica espressione della cultura e dello stile di vita degli italiani”.

Accoglienza di qualità. L'importanza della formazione

È questo il passaggio più rappresentativo del PST in termini di valorizzazione del patrimonio e della tradizione enogastronomica nazionale. Altrettanto importante è la specifica sulla necessità di potenziare le attività formative per innalzare la qualità dell'accoglienza. 

In tale contesto dovrebbe rientrare la valorizzazione degli istituti per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, nell'ottica di uno sviluppo coerente dell'alternanza scuola-lavoro, attraverso l'implementazione del sistema di stage. 

Le filiere d'eccellenza, lo storytelling per lo sviluppo delle aree rurali e interne

Più in generale il Piano è caratterizzato dalla volontà di individuare e raccontare nuovi itinerari turistici, per valorizzare le aree rurali e interne attraverso un approccio interdisciplinare, che comprende anche lo sviluppo dell'asset enogastronomico (“rafforzare la tipizzazione delle offerte territoriali attraverso il riconoscimento delle autenticità”, si legge in un altro passaggio).

In parallelo dovrà muoversi la valorizzazione del brand Italia attraverso la promozione delle filiere d'eccellenza, agroalimentare ed enogastronomia comprese: “I distretti produttivi possono diventare, specie per le destinazioni emergenti un richiamo in quanto luoghi rappresentativi del “saper fare” italiano. 

E sul piano tecnico la messa a punto di una serie di strumenti di controllo e sviluppo del settore, dalla regolamentazione della sharing economy alla digitalizzazione delle aziende che operano nel turismo. 

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